
Fantasma n.2 - La voce come entità di alterazione
Personal project
L’opera si sviluppa attraverso l’uso della video installazione e si basa su un concetto di interazione attiva con il pubblico.
In una stanza completamente buia, su una parete viene proiettata un’immagine che rappresenta un ricordo. Questa immagine non è statica, ma subisce alterazioni ogni volta che lo spettatore interagisce con la propria voce. Ogni suono emesso da chi osserva deforma l’immagine, generando alterazioni visive che si accumulano nel tempo. Ad intervalli temporali prestabiliti, l’immagine torna al suo stato originario, pronta per una nuova interazione.
In questa installazione la voce ricopre un ruolo fondamentale e caratterizzante. L’unicità della voce di ogni individuo permette di modellare e
alterare l’immagine in modi diversi da persona a persona.
Ogni persona ha un timbro vocale unico, e quindi ogni interazione lascia tracce differenti, creando un’immagine effimera che non potrà mai essere riprodotta nello stesso modo. Il ricordo, in questa rappresentazione, diventa qualcosa di vivo e in continua trasformazione, in cui lo spettatore può
sperimentare in maniera diretta l’influenza che lui stesso offre alla dinamica dei suoi ricordi.
In un certo senso, questa installazione pone l’accento sul carattere instabile della memoria, ma anche sulla sua natura collettiva: ogni nuova interazione lascia una traccia e si somma a quelle precedenti, proprio come i ricordi personali si intrecciano con quelli condivisi. L’immagine
che si trasforma attraverso la voce diventa quindi una metafora del modo in cui le nostre esperienze vengono continuamente riscritte, influenzate dalle emozioni e dalle storie degli altri.
Personal project
L’opera si sviluppa attraverso l’uso della video installazione e si basa su un concetto di interazione attiva con il pubblico.
In una stanza completamente buia, su una parete viene proiettata un’immagine che rappresenta un ricordo. Questa immagine non è statica, ma subisce alterazioni ogni volta che lo spettatore interagisce con la propria voce. Ogni suono emesso da chi osserva deforma l’immagine, generando alterazioni visive che si accumulano nel tempo. Ad intervalli temporali prestabiliti, l’immagine torna al suo stato originario, pronta per una nuova interazione.
In questa installazione la voce ricopre un ruolo fondamentale e caratterizzante. L’unicità della voce di ogni individuo permette di modellare e
alterare l’immagine in modi diversi da persona a persona.
Ogni persona ha un timbro vocale unico, e quindi ogni interazione lascia tracce differenti, creando un’immagine effimera che non potrà mai essere riprodotta nello stesso modo. Il ricordo, in questa rappresentazione, diventa qualcosa di vivo e in continua trasformazione, in cui lo spettatore può
sperimentare in maniera diretta l’influenza che lui stesso offre alla dinamica dei suoi ricordi.
In un certo senso, questa installazione pone l’accento sul carattere instabile della memoria, ma anche sulla sua natura collettiva: ogni nuova interazione lascia una traccia e si somma a quelle precedenti, proprio come i ricordi personali si intrecciano con quelli condivisi. L’immagine
che si trasforma attraverso la voce diventa quindi una metafora del modo in cui le nostre esperienze vengono continuamente riscritte, influenzate dalle emozioni e dalle storie degli altri.
C.so Ercole I d’Este 12/A - 44121 Ferrara